Il film di Sofia Coppola sulla relazione tra la quattordicenne Priscilla Beaulieu (Cailee Spaeny) e il ventiquattrenne Elvis Presley (Jacob Elordi) non sarà una visione piacevole per i fan del re del rock’n’roll. Mostra Elvis in una luce tutt’altro che lusinghiera, come un narcisista insicuro, ossessionato da un’adolescente a cui non concede (neanche dopo averla sposata) alcuna forma d’indipendenza. Il film, sostenuto dalla stessa Priscilla (e tratto dal suo libro Elvis and me), è un’opera cupa, lontanissima dall’esuberante Elvis di Baz Luhrmann. In una serie di episodi brevi e apparentemente non legati tra loro, Sofia Coppola analizza in modo quasi freddo e molto incisivo il modo in cui Priscilla è stata controllata dagli uomini della sua vita. E se Elvis era un re, la sua corte era un luogo tetro.
Geoffrey Macnab, Independent

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1528 di Internazionale, a pagina 73. Compra questo numero | Abbonati