Il fatto che questo dramma ambientato durante la seconda guerra mondiale segua un’allegra banda di marinai fascisti è affrontato di petto dal regista Edoardo De Angelis e dal suo cosceneggiatore Sandro Veronesi, usando il protagonista come portavoce per trovare una via d’uscita di fronte a questioni politiche spinose. Di fronte all’equipaggio del suo sottomarino è proprio il comandante Todaro (Pierfrancesco Favino) a promettere una tregua dalle leggi del duce e del re, perché il mare è un mondo a sé. E così Comandante diventa fondamentalmente un appello alla tolleranza. Dopo un’ora piacevole ed episodica, il film entra nel vivo quando il sommergibile ingaggia un duello con una nave belga. In un atto di disobbedienza Todaro accoglie a bordo i naufraghi belgi. Senza cedere alla sottigliezza e alle complesse sfumature morali, De Angelis riesce comunque a destreggiarsi negli spazi angusti del sottomarino.
Ben Croll, The Wrap

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Questo articolo è uscito sul numero 1536 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati