Paul Lynch (David Levenson, Getty)

Se cerchiamo un libro che riecheggi i tempi in cui viviamo, Il canto del profeta di Paul Lynch (vincitore del Booker prize 2023) è quello giusto. Il quinto romanzo dello scrittore di Limerick immagina la Repubblica d’Irlanda che scivola nella dittatura quando il partito di destra National alliance assume i pieni poteri dopo una serie di proteste sindacali per l’aumento dei salari degli insegnanti. I diritti civili si sbriciolano e scoppia una guerra civile. Come le aragoste in una pentola portata a bollore, i cittadini si accorgono che i loro diritti sono stati cancellati quando ormai è troppo tardi: “Siete stati addormentati tutta la vita, tutti noi dormivamo e ora comincia il grande risveglio”. Il canto del profeta è un incubo distopico in cui la famiglia Stack deve sopportare gli orrori del “grande risveglio”. L’Irlanda di Lynch riflette la realtà di tanti paesi in guerra, dove la gente scappa via mare per sfuggire alle persecuzioni sulla terraferma. Si sentono gli echi delle violenze in Palestina, Ucraina e Siria; è una storia di sangue versato e di dolore che denuncia l’inumanità dei politici occidentali di fronte al dramma dei rifugiati. Scritto senza interruzioni tra un paragrafo e l’altro, il libro crea un’atmosfera claustrofobica e incalzante in cui il libero arbitrio e il significato stesso della parola libertà sono spinti oltre i loro limiti fino quasi a scomparire. La storia comincia a Dublino, dove Harry, un sindacalista, scompare durante una manifestazione, e la moglie Eilish resta da sola a occuparsi dei loro quattro figli. Lasciare l’Irlanda per una vita incerta altrove è una scelta difficile per Eilish soprattutto a causa del padre, Simon, che comincia a soffrire di demenza e vuole rimanere a tutti i costi nella casa dove ha abitato con la moglie. I dialoghi tra Eilish e il padre sono costellati dai vuoti di memoria di lui e dai tentativi di lei di fargli capire quanto sia grave la situazione nel loro paese. Alla fine Simon le dice di andarsene in Canada, o dove vuole, ma di lasciarlo lì. Il messaggio di Paul Lynch è chiarissimo: in tutto il mondo ci sono persone perseguitate e in grave pericolo. E Il canto del profeta è un manifesto letterario, un invito all’empatia e un grande, inquietante romanzo che andrebbe fatto leggere a chiunque oggi occupi posizioni di potere.
Aimée Walsh,
The Observer

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Questo articolo è uscito sul numero 1554 di Internazionale, a pagina 81. Compra questo numero | Abbonati