L’8 ottobre sono arrivati i risultati delle prime elezioni legislative in dieci anni nel Kashmir indiano, le prime dopo che nel 2019 il primo ministro Narendra Modi ha revocato l’autonomia allo stato, l’ha declassato a territorio e l’ha diviso in due. Il voto era quindi considerato un referendum sulla decisione di Modi. Il Bharatiya janata party (Bjp) del primo ministro è arrivato secondo con 29 seggi, tutti dalla regione del Jammu, a maggioranza indù. “È il miglior risultato del partito dal 1987”, scrive Scroll. “Ma la vittoria schiacciante è andata all’alleanza tra la National conference (partito locale che si era opposto alla revoca dell’autonomia) e il partito del Congress, che hanno ottenuto 49 seggi su 90. Non che il Bjp non avesse provato con misure di vario genere a limitare gli effetti della sua impopolarità nella valle del Kashmir, ma non è servito”. Qualcuno ricorda, però, che il parlamento locale ha poteri solo nominali in materia di istruzione e cultura, e che è New Delhi a scegliere il governatore”, scrive Al Jazeera.
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Questo articolo è uscito sul numero 1584 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati