Il viaggio di Daniil Trifonov nella vita si riflette anche nella sua musica. Nato a Nižnij Novgorod, ha cominciato come un interprete del repertorio russo. Ora vive negli Stati Uniti e ha abbracciato la musica statunitense in tutta la sua varietà. Il suo ultimo album, My american story. North, spazia tra concerti, jazz e swing, colonne sonore di film, modernismo e minimalismo. La spina dorsale sono due concerti, entrambi con Yannick Nézet-Séguin alla direzione della Philadelphia Orchestra. Il concerto di Gershwin, il più popolare di tutti quelli statunitensi, ottiene un’esecuzione elettrica, meno profumata di blues di altre ma di grande virtuosismo. Quello di Mason Bates è stato scritto proprio per Trifonov e questa registrazione è stata fatta in occasione della sua prima, nel 2022. Alcuni passaggi sono un po’ sconnessi, ma è un’opera piena d’idee brillanti e personali, libere da qualsiasi rigore stilistico: è solo musica americana, in tutto e per tutto. Tra i pezzi solistici ci sono le variazioni di Aaron Copland, la delicata China gates di John Adams e l’intrigante Fantasia su un ostinato di John Corigliano. Più temi di colonne sonore, diversi brevi numeri jazz, un abbagliante arrangiamento da Art Tatum e 4’33” di John Cage nella metropolitana di Manhattan. È una meraviglia.
Richard Fairman, Financial Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1597 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati