Nel suo secondo album, Ethel Cain, nome d’arte di Hayden Anhedönia, contraddice chi l’aveva etichettata come la nuova beniamina dell’indie e gli offre novanta minuti di rumore e voce spettrale. Del suo debutto Preacher’s daughter prende solo gli angoli più bui. Il brano di apertura è una versione distorta e disturbante di un inno cristiano che dura dodici minuti. Housofpsychoticwomn evoca un’energia simile, dove le uniche parole comprensibili tra le interferenze sono “I love you” e “I do”. In tutto il disco non c’è un attimo di silenzio: echi di graffi, passi, rumori elettrici e strane frequenze sono sempre in agguato. Il momento migliore è Pulldrone, una raggelante discesa nella follia in spoken-word. Perverts non è una pillola facile da mandare giù per i fan che l’avevano amata con American teenager. E va bene così, non è per tutti. Non è un album facile da ascoltare, ma è eccezionale.
Vicky Greer, Clash

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Questo articolo è uscito sul numero 1597 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati