14 dicembre 2012 12:08

Jack White. (Third man records)

Come ogni anno, arriva il tempo delle classifiche. Del “secondo me era meglio questo”. Questi sono i miei dieci migliori dischi del 2012. So già che secondo molti me ne sarò dimenticati alcuni fondamentali. Ma tant’è, queste sono le mie scelte. Chi vuole dare il suo contributo, come sempre, può farlo nei commenti. Let’s roll.

10. Bruce Springsteen, Wrecking ball. Dopo una serie di album da dimenticare, il Boss è tornato in forma. Un album sincero e intenso di “protest songs”. Il solito rock, ma con qualche influenza folk, e anche irlandese, che non guasta mai. Il suo disco migliore dai tempi di The rising. Bentornato, Bruce.

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9. Cloud nothings, Attack on memory. Un adolescente disagiato e hipster accompagnato da chitarre post rock e prodotto da Steve Albini. Bellissimi pugni nello stomaco. No future, no past è il manifesto di questo ragazzo che ci ha fatto soffrire un bel po’ quest’anno. Ma in fondo siamo contenti così.

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8. Andy Stott, Luxury problems. Disco algido e commovente allo stesso tempo. Lui è un dj di Manchester, l’ho scoperto per caso girando in rete. Luxury problems è una specie di ponte che lega il trip hop degli anni novanta alla musica da club. La musica elettronica che mi ha colpito di più nel 2012.

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7. Spiritualized, Sweet heart sweet light. Non molto tempo fa J. Spaceman è quasi morto di polmonite. Dalle visioni che l’hanno tormentato durante la malattia è nato Sweet heart sweet light. Un’accecante guarigione a ritmo di rock e pop visionario.

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6. Andrew Bird, Break it yourself. Andrew Bird è entrato in un granaio con un registratore a otto tracce. Questo è il risultato, sincero e contagioso. Musica che affonda nelle radici dell’America, ma al tempo stesso diverte anche un bel po’.

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5. Animal Collective, Centipede hz. Non è un capolavoro come Merriweather post pavilion, ma più un ritorno alle origini della band. Più ritmo e sudore, meno pop onirico. Un po’ ad alti e bassi, ma gli alti valgono da soli il prezzo del biglietto. Come questo singolo, una delle cose meno radiofoniche uscite quest’anno.

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4. Fiona Apple, The idler wheel…. Fiona Apple avrebbe meritato un’altra carriera, ben più ricca di soddisfazioni. Non che la sua sia stata grama finora, per carità. Ma di cantautrici che fanno album belli come questo ce ne sono poche in giro. Semplicemente una gemma di raffinato intimismo.

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3. Bob Dylan, Tempest. Dylan invecchia, ma non smette di scrivere canzoni bellissime. Qualcuno ha scritto che questo sarà il suo ultimo disco. Io non ci credo. Il genio non va mai in pensione.

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2. Alt-J, An awesome wave. La più bella sorpresa dell’anno. Qui dentro ci sono almeno otto singoli che farebbero comodo a qualsiasi band. Questi ragazzi in futuro ci daranno grandi soddisfazioni.

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1. Jack White, Blunderbuss. L’esordio solista di Jack White ha un suono talmente bello che andrebbe studiato. Un album impeccabile, fatto di tanto mestiere e di canzoni di altissimo livello. Non vince per distacco netto, ma merita comunque il primo posto. Ci rivediamo nel 2013.

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