29 novembre 2001 00:00

Per capirlo bisogna fare uno sforzo d’immaginazione. E pensare di essere un italiano emigrato in Francia o negli Stati Uniti. Di avere un lavoro regolare, una casa, una famiglia. E di vedere sui giornali e in tv gente che parla dell’emergenza degli italiani, degli italiani tutti criminali, di come rimandare a casa gli italiani. Più o meno così deve sentirsi un cittadino rumeno che ha deciso di venire a vivere in Italia: come un ospite indesiderato. I libri di storia ci insegnano che quando un gruppo di persone identificato in base alla religione, alla nazionalità o al colore della pelle diventa il bersaglio delle paure e delle tensioni della collettività, si annunciano tempi bui. Per questo il modo in cui un paese affronta l’immigrazione e in generale il rapporto con le minoranze di tutti i tipi è uno degli indici più chiari del grado di civiltà e di sviluppo della democrazia.

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