16 dicembre 2010 00:00

**Luca Rastello, La frontiera addosso

Laterza, 280 pagine, 16 euro**

In teoria l’asilo è un diritto fondamentale, garantito a quelli che fuggono dal paese in cui vivono perché la loro incolumità è minacciata per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un gruppo sociale o politico.

Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite firmata nel 1951 e le ratifiche successive, a queste persone è riconosciuto lo status di rifugiati e devono essere accolte dai paesi firmatari, tra cui tutti quelli d’Europa e dunque l’Italia.

In pratica, però, chi oggi chiede all’Italia di essere riconosciuto come rifugiato si trova di fronte a una serie di difficoltà quasi insormontabili: può essere respinto prima di poter dichiarare il proprio diritto, rimpatriato nel paese da cui fugge o deportato in un centro di detenzione, magari in un paese diverso, dove si trova a vivere in condizioni durissime.

Quand’anche riuscisse a passare la frontiera, potrebbe vedersi negato il diritto d’asilo oppure, una volta che gli fosse riconosciuto, trovarsi senza quel minimo aiuto materiale che gli consentirerebbe di inserirsi nel nostro paese.

I passaggi di questo viaggio della disperazione, corredati da una serie di istruzioni per chiedere asilo, sono raccontati in questo libro da Luca Rastello che, come nei suoi precedenti lavori sulla guerra nei Balcani e sul traffico di cocaina, sa rendere ben comprensibili, anche dal punto di vista emotivo, i dati che espone.

Internazionale, numero 877, 17 dicembre 2010

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