23 giugno 2011 00:00

Una settimana fa il quotidiano Granma ha pubblicato un breve articolo che potrebbe far parte di un’antologia dell’assurdo. In tono didattico e quasi di rimprovero, spiegava ai lettori come preparare il caffè con una caffettiera italiana. Per un popolo accanito bevitore di caffè è stato buffo leggere questa spiegazione. L’articolo era accompagnato da varie foto che mostravano le proporzioni “corrette” di acqua e polvere da usare. Se uno straniero avesse letto quel testo avrebbe pensato che noi cubani stessimo cominciando a interessarci per la prima volta a quello che gli africani chiamarono “il nettare nero degli dèi bianchi”. Sul mercato razionato è in vendita solo un caffè mescolato con i piselli al 50 per cento.

La miscela, oltre ad avere un pessimo sapore, nasconde anche un grande pericolo: fa scoppiare le caffettiere perché ostruisce la valvola di sfogo. Le lamentele hanno sommerso il ministero del commercio interno, e diverse persone sono finite in ospedale con bruciature o ferite. L’umorismo di strada ha soprannominato la nuova miscela Bin Laden. Il malcontento è così forte che il quotidiano del partito comunista è stato obbligato a renderne conto sulle sue pagine. Ovviamente, secondo Granma, la colpa non è della miscela di chicchi varietà arabica e piselli importati, ma dei consumatori che non sanno preparare la caffettiera. Al cattivo sapore del caffè ora si aggiunge la sensazione di essere messi in ridicolo dai mezzi d’informazione ufficiali.

*Traduzione di Sara Bani

Internazionale, numero 903, 24 giugno 2011*

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