Surendra Pandey (a sinistra) e Maya Gurung. (Prakash Mathema, Afp)

Il Nepal ha riconosciuto per la prima volta un matrimonio lgbt+, hanno annunciato le autorità il 30 novembre, mentre la coppia ha parlato di “vittoria per tutti”.

Maya Gurung, una donna transgender di 41 anni, e Surendra Pandey, un uomo di 27 anni, che si erano sposati nel 2017 con una cerimonia indù, hanno ottenuto il loro certificato di matrimonio il 29 novembre in una località del distretto di Lamjung, nel centro del paese.

Yubraj Adhikari, sindaco del villaggio di Dordi, ha dichiarato che il certificato è stato rilasciato in conformità con le istruzioni del Dipartimento d’identificazione nazionale e del Registro civile, basate su una sentenza della corte suprema.

A giugno la corte aveva emesso un’ordinanza provvisoria che permetteva alle coppie omosessuali e transgender di ottenere certificati di matrimonio, e invitava il governo a creare un registro temporaneo per queste unioni, in attesa di un provvedimento legislativo apposito.

“Siamo felici e orgogliosi”, ha dichiarato Gurung all’Afp. “Non è una vittoria solo nostra, ma di tutte le coppie non eterosessuali”.

Inizialmente gli sposi si erano rivolti alle autorità del distretto di Lamjung, che però avevano respinto la loro richiesta e il successivo appello.

A quel punto il loro avvocato, Rounik Raj Aryal, si è rivolto alle autorità di Dordi, che sono state “molto disponibili”.

“Gurung e Pandey hanno fatto la storia”, ha dichiarato Sunil Babu Pant, un attivista per i diritti della comunità lgbt+.

Il Nepal ha una delle legislazioni più avanzate dell’Asia meridionale per quanto riguarda i diritti degli omosessuali e dei transgender. Dal 2007 è vietata qualunque discriminazione basata sul genere o sull’orientamento sessuale.

Dal 2015, inoltre, il paese emette passaporti con tre opzioni di genere: maschio, femmina e “altro”.

Nel 2023 la corte suprema ha ordinato al governo di riconoscere il matrimonio non eterosessuale di una persona nepalese con una persona straniera e di concedere un visto a quest’ultima.

La comunità lgbt+ nepalaese, che conta più di novecentomila persone, continua però a subire discriminazioni in ambito lavorativo, sanitario e scolastico.