L’accampamento filopalestinese alla Columbia university, New York, 28 aprile 2024. (Charly Triballeau, Afp)

La Columbia university a New York, al centro di un movimento di protesta per la Palestina che si sta diffondendo in molti campus degli Stati Uniti, ha cominciato a sanzionare gli studenti che rifiutano di lasciare il loro accampamento.

“Abbiamo cominciato a sospendere gli studenti per garantire la sicurezza del campus”, ha affermato la sera del 29 aprile Ben Chang, vicepresidente della Columbia university.

Dopo un fine settimana di relativa calma, il 29 aprile Minouche Shafik, presidente della Columbia university, aveva lanciato un ultimatum, invitando i circa duecento occupanti dell’accampamento a rimuovere le tende.

Gli studenti e gli attivisti, che denunciano i rapporti dell’università con finanziatori e aziende legate a Israele, hanno chiesto alle autorità di “proteggere l’accampamento”.

“Dovranno sgomberare il campo con la forza”, ha affermato la studente Sueda Polat, una dei leader del movimento di protesta.

Il 26 aprile la Columbia university aveva assicurato che non avrebbe chiamato la polizia per effettuare lo sgombero.

Secondo Joseph Howley, un professore dell’università, l’ultimatum lanciato da Shafik rappresenta un “cedimento a pressioni politiche esterne”.

Polizia antisommossa nei campus

L’ondata di proteste contro il sostegno degli Stati Uniti all’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza si sta diffondendo da un paio di settimane nei campus di tutto il paese. Il movimento è nato alla Columbia university, dove il 18 aprile sono state arrestate circa cento persone.

Da allora centinaia di studenti, insegnanti e attivisti sono stati interrogati, arrestati o perseguiti in varie università del paese.

Le immagini degli interventi della polizia antisommossa nei campus hanno fatto il giro del mondo, ricordando eventi simili accaduti negli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam.