Il primo orologio

Che mi comprai col primo

Stipendio da insegnante alla vigilia

Della libertà fu un vittorija russo

Era sempre avanti ero sulla ventina

Il secondo fu uno swatch

Comprato nella zona franca

Dell’aeroporto di francoforte in viaggio

Per houston texas già tutto

Era di plastica era preciso

Finita la batteria me ne fregò più niente

Ero sulla trentina

Poi finì l’era degli orologi

Vennero i telefoni la corsa all’ultimo modello

Più veloce della corsa delle lancette

Il tempo connesso alla geolocalizzazione

Reperibilità ovunque e in ogni

Momento scoccano i quaranta

È tempo dell’ultimo orologio

L’orologio di papà.

Vladimir Sabourín è un poeta di lingua bulgara di origine franco-cubana, nato nel 1967. È autore di sedici libri di poesia, fondatore del movimento Nova socialna poezija (Nuova poesia sociale), traduttore e critico letterario. Questa poesia è tratta dal samizdat Smărtta. Antologija (La morte. Antologia), uscito nel 2021. Traduzione dal bulgaro di Alessandra Bertuccelli.

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Questo articolo è uscito sul numero 1448 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati