Il titolo Jarak qaribak si traduce più o meno come “il tuo vicino è tuo amico”. Ed è questa generosità di spirito a sostenere il disco collaborativo di Dudu Tassa e Jonny Green­wood. Tassa ha dichiarato che il modo di suonare del chitarrista dei Radiohead rappresenta “tutto quello che non so fare”. Per Green­wood, invece, Tassa è un moderno interprete del canzoniere mediorientale. Negli ultimi anni il gruppo del musicista israeliano, Dudu Tassa & the Kuwaitis, ha modernizzato gli standard del folk iracheno, e il precedente lavoro di Green­wood con il collettivo Rajasthan Express aveva reimmaginato la musica indiana attraverso drum machine e voci sufi con risultati interessanti. La collaborazione in Jarak qaribak funziona bene e porta nuova linfa a canzoni d’amore tradizionali provenienti da luoghi come l’Egitto, il Marocco, l’Algeria e la Giordania. Il disco nasconde molte gemme: in Djit nishrab spicca Ahmed Doma, la cui voce danza su archi glitch e apre uno spazio per percussioni più frenetiche, mentre in Taq ou-dub spiccano le drum machine. Green­wood ha spiegato che lui e Tassa, mentre lavoravano al disco, cercavano di “immaginare cosa avrebbero fatto i Kraftwerk se fossero stati al Cairo negli anni settanta”. Jarak qaribak è emblematico di quella visione.
Siobhán Kane, The Irish Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1516 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati