Thriller di spionaggio, film di arti marziali e al tempo stesso fantasy, il primo lungometraggio di Nida Manzoor (autrice della serie We are lady parts) espande i parametri del kitchen-sink drama, strappando il lavello dal muro e scagliandolo verso il pubblico. Ria è una ragazza anglopachistana che sogna una carriera da stunt woman. La sorella Lena è depressa e dubita di poter diventare l’artista che sperava. I genitori sono sensibili verso le figlie, ma sono anche preoccupati che l’atteggiamento delle ragazze possa minare una rispettabilità faticosamente costruita in una ambiente pronto a giudicare. Quando Lena si fidanza dopo un incontro combinato dalla madre, Ria comincia una campagna per salvare la sorella dal conformismo. Al suo cuore, Polite society è un’esplorazione delle risposte delle donne al patriarcato (sostenuto non solo dagli uomini) e si salva dai cliché grazie a un pizzico di anarchia e alla sensibilità punk della protagonista.
Rebecca Harrison, Sight and Sound

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Questo articolo è uscito sul numero 1517 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati