I celebri tirailleur, giovani arruolati nelle colonie e inquadrati nell’esercito francese durante le due guerre mondiali, sono stati sempre oggetto di un affetto paternalistico e condiscendente. La falsa innocenza di questa idealizzazione è polverizzata dalle prime scene del film d’esordio di Mathieu Vadepied. In Senegal il giovane Thierno è catturato e spedito in Francia nelle trincee del fronte orientale. Suo padre, Bakary, lo segue, deciso a salvarlo. Disorientati come lo spettatore, nel caos della guerra i due si ritrovano intrappolati tra una realtà brutale e l’irrealtà. Bakary si aggrappa al sogno di fuggire; il figlio, che parla francese, a quello di una carriera militare. In queste guerre individuali, Io sono tuo padre ricava il materiale per una favola impressionista in cui ognuno deve inventarsi un destino. Grazie soprattutto al generoso Omar Sy nel ruolo di Bakary, questo lontano passato risulta molto vivo e il film riesce a essere istruttivo ma anche emozionante.
Frédéric Strauss, Télérama

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Questo articolo è uscito sul numero 1526 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati