Centinaia di persone sono scese in piazza il 18 settembre a Derna, in Libia, per protestare contro le autorità e chiedere che i responsabili del disastro seguito all’alluvione della settimana precedente rispondano delle loro azioni. Hanno invocato anche la fine della divisione istituzionale tra Tripolitania e Cirenaica. La sera un gruppo di persone ha appiccato il fuoco alla casa del sindaco di Derna Abdel Moneim al Ghaithi, attualmente sospeso dall’incarico. I manifestanti se la sono presa anche con Aguila Saleh, presidente del parlamento con sede nell’est del paese, che alcuni giorni prima aveva respinto le critiche rivolte alle autorità, sottolineando che Derna era stata colpita da “un disastro naturale senza precedenti”, impossibile da evitare. Il 19 settembre l’Organizzazione mondiale della sanità ha registrato ufficialmente più di 3.900 morti, ma il bilancio definitivo potrebbe essere più alto.

“Negli scenari della crisi climatica molto dipende da come si gestisce la situazione. Più sono efficienti le istituzioni e i leader, più i paesi potranno pianificare il futuro, mantenere le infrastrutture e reagire alle crisi”, scrive Sipho Kings su The Continent. “La Libia è al 126° posto su 185 paesi nell’indice Nd-Gain, che misura la capacità di adattamento degli stati. Il 15 settembre l’agenzia per il clima delle Nazioni Unite ha pubblicato un rapporto per fare il punto sulle azioni intraprese dai governi per ridurre le emissioni. Il rapporto avverte: ‘C’è una piccola finestra di opportunità per garantire a tutti un futuro vivibile’. Per avere un 50 per cento di probabilità di successo, i gas serra dovranno raggiungere il picco nel 2025 e poi calare drasticamente, fino all’84 per cento entro il 2050. Questo significa che ogni paese dovrà rispettare gli impegni per il clima. Ma non tutti lo stanno facendo. Se il pianeta continuerà a scaldarsi, il clima sarà ancora più distruttivo. E Derna diventerà una nota a margine in una lunga lista di comunità che pagheranno un alto prezzo”. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1530 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati