“Per la terza volta da quando si disputano i Mondiali di calcio organizzati dalla Fifa, il campionato si giocherà in Asia, visto che l’Arabia Saudita è stata l’unica a proporsi per ospitare il torneo nel 2034. È un segno del potere crescente esercitato da questa parte del mondo, potere che per l’Arabia Saudita si è manifestato con un’inaspettata rapidità”, scrive il sito saudita Arab News commentando la notizia dell’assegnazione, ormai scontata, dell’edizione 2034 al regno, dopo che l’Australia ha ritirato la sua candidatura. Secondo il quotidiano britannico Financial Times, l’affermazione saudita “è il risultato di un’ampia operazione di lobby e di pubbliche relazioni con cui il governo di Riyadh ha cercato di aumentare la sua influenza nello sport internazionale”. Il giornale cita un rapporto dell’organizzazione danese Play the game secondo cui dall’estate del 2023 i sauditi hanno concluso trecento accordi per sponsorizzazioni sportive, di cui 84 nel calcio. Allo stesso tempo, sostiene il quotidiano, l’Arabia Saudita ha approfittato di un cambio delle regole interne alla Fifa con cui sono designati i paesi ospitanti. Secondo alcune voci critiche questi nuovi meccanismi segnano un ritorno al passato, dal momento che non vanno nella direzione di una maggiore trasparenza e responsabilità.

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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati