L’India vuole
cancellare Gandhi

◆ Da appassionata e studiosa di India, ho letto l’articolo sulla cancellazione della memoria di Gandhi (Internazionale 1549) tutto d’un fiato. In questo momento la memoria storica dell’India è modificata e manipolata. Gandhi da eroe nazionale (e mio eroe personale) è stato trasformato in nemico della nazione e la sua immagine è strumentalizzata. Quando ho vissuto a Mumbai ho percepito confusione, astio e poca capacità critica verso il periodo in cui il Mahatma fu protagonista della storia del paese. Una storia proposta come una narrazione costruita ad hoc per instillare un sentimento di nazionalismo anche nelle nuove generazioni di indiani.
Beatrice

Cartoline dalla Palestina

◆ La storia a fumetti su Gaza di Mazen Kerbaj (Internazionale 1549) è tragica e straziante e ci inchioda alle nostre responsabilità di cittadini indifferenti di fronte a questa tragedia e alla morte della pietà umana.
Laura Menegatti

Scrivimi quando arrivi a casa

◆ L’articolo di Claudia Torrisi per la campagna contro la violenza di genere (internazionale.it) poteva anche intitolarsi “Quello che le donne non dicono”. Non diciamo delle paure e del calcolo minuzioso e automatico che facciamo quando scegliamo un percorso a piedi, valutiamo orari e illuminazione, ponderiamo il rumore alle nostre spalle e se le scarpe potrebbero assisterci in una corsa improvvisa. Mi ha colpito moltissimo perché è una fotografia esatta della realtà e perché non se ne parla. Mi ha colpito la proposta di coprifuoco per gli uomini, che ha suscitato reazioni indignate, ma ha illuminato una realtà che diamo per scontata: noi, in una qualche forma di coprifuoco, ci viviamo dentro da sempre. Grazie per questo articolo.
Serena

Troppi straordinari negli ospedali

◆ L’articolo del Japan Times (Internazionale 1548) fa riflettere. I medici che studiano e lavorano per salvare vite corrono un rischio maggiore di suicidio rispetto ad altri professionisti. Il suicidio è una conseguenza dell’isolamento sociale dovuto allo studio, alla competizione accademica e professionale, al lavoro stressante, alle notti insonni, ai turni, alla sofferenza vissuta insieme a pazienti affetti da malattie gravi. Occorre prendersi cura anche della qualità della vita di chi presta assistenza.
Antonio E. Nardi

Errori da segnalare?
correzioni@internazionale.it

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1550 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati