La madre di Tansulpan Burakaeva, Marjam, è una nota scrittrice e attivista per i diritti dei popoli indigeni russi. Ha insegnato ai suoi figli la lingua baschira e gli ha fatto conoscere le tradizioni del loro popolo. “Non mi sentivo perseguitata, ma mi rendevo conto che c’era una separazione: un noi e un loro. La comunità russofona di Ufa, la capitale della Repubblica dei Baschiri, conduceva una vita a sé stante, mentre noi baschiri eravamo una sorta di piccola enclave etnica”, ricorda Burakaeva.

I primi problemi per lei si presentarono a scuola. “Tansulpan è un nome troppo lungo. Facciamo che ti chiamo Tanečka?”, le propose la maestra, affibbiandole un diminutivo del nome russo Tanja. Alla bambina però non piaceva. Disse di no, conquistando l’approvazione dei genitori. La maestra dovette arrendersi, ma non la chiamò mai con il suo nome, lo storpiava.

Nella vita quotidiana Burakaeva si scontrava spesso con una specie di benevola discriminazione. Per esempio, chi voleva sottolineare la sua bellezza le diceva che aveva un aspetto “atipico” per una baschira, che “sembrava proprio una slava”. La lodavano per il suo lessico e le chiedevano perché mai parlasse in baschiro con la sorella se conosceva così bene il russo. Al di là delle buone intenzioni, secondo lei questi commenti erano inaccettabili, perché sottolineavano la superiorità di una nazionalità su un’altra.

Essendosi scontrata con questo nazionalismo fin da bambina, a un certo punto ha deciso di difendere in prima persona la sua cultura. Si è iscritta alla facoltà di cinema e ha girato film in lingua baschira sulle tradizioni del suo popolo. Poi ha avviato il progetto Nejrobaškort: una pagina su VKontakte (uno dei principali social network russi) dove pubblica poesie illustrate create con l’aiuto dell’intelligenza artificiale (ia).

Questa idea le era venuta molto tempo fa, quando aveva letto un messaggio sul profilo VKontakte dell’amica giornalista Nurija Muchametdinova con delle poesie in lingua baschira scritte da una rete neurale artificiale. Le era dispiaciuto vedere i pochi commenti che il post aveva avuto. Così poco dopo lei e Muchametdinova sono andate dal linguista Boris Orechov, studioso della poesia baschira e delle reti neurali. Da lì è nato il progetto Nejrobaškort. Di recente alle poesie sono state aggiunte anche immagini generate dall’ia. Oggi pubblicano componimenti su VKontakte anche i suoi follower. Questi testi, secondo Burakaeva, aiutano a capire meglio la cultura baschira. Chi invece non conosce la lingua può consultare la traduzione in russo fornita dalle due attiviste.

Una delle ultime iniziative di Burakaeva è il marchio di gioielli TapTaman. Questi oggetti, creati da lei, riprendono le tradizioni dell’arte orafa baschira in chiave contemporanea. Il progetto, partito nel 2018, all’inizio era solo online, ma dall’autunno 2023 si è trasformato in un negozio fisico.

Celebrazioni di facciata

Burakaeva ha allestito lo spazio e sta selezionando altri marchi da esporre. Secondo lei i criteri principali nella scelta e nella creazione dei gioielli devono essere modernità e funzionalità: “Gli accessori tradizionali sono belli, ma non sono adatti alla vita di tutti i giorni. Da noi invece vengono persone vestite con gli abiti contemporanei e trovano gioielli che si adattano al loro stile quotidiano”.

I costumi tradizionali baschiri sono stati usati per eventi organizzati dagli enti governativi. Nel dicembre 2023 a Mosca è stata organizzata una mostra per festeggiare l’anniversario della fondazione della Repubblica dei Baschiri. Il supporto alla cultura locale si è limitato a ben poco: alcune rappresentazioni in costume e un rinfresco. Dopo questa celebrazione di facciata è stata la volta di un’altra giornata a tema: quella della Bielorussia in Baschiria. Alla conferenza stampa il presidente della Repubblica dei Baschiri, Radij Chabirov, ha parlato dei legami culturali ed economici tra i due paesi. L’ambasciatore bielorusso si è vantato del fatto che insieme avrebbero costruito fabbriche e filobus.

Tansulpan Burakaeva definisce la politica del governo russo a sostegno della cultura baschira “di facciata e folcloristica”. “Le autorità nascondono la discriminazione sotto una patina di lustrini. Fanno credere che la cultura nazionale occupi un posto importante nella vita della repubblica”, dice. “Le esibizioni di ballerini e cantanti in costumi sgargianti creano una facciata appariscente, tanto da far pensare che esista davvero un supporto statale. Ma non è così”.

L’attivista ritiene che il problema non riguardi solo la sua regione, ma tutta la Federazione Russa. E si è fatto più serio con l’inizio della guerra contro l’Ucraina. Dall’inverno 2022, per esempio, le autorità russe mettono l’accento sul fatto che i baschiri storicamente sono un popolo di combattenti e non smettono di sottolineare la loro fama di grandi arcieri attraverso un’espressione, “cupidi del nord”, che fu coniata dai francesi dopo le guerre napoleoniche. Questa immagine è stata usata per reclutare soldati da inviare nel territorio ucraino. Nei film contemporanei, inoltre, i baschiri spesso interpretano il ruolo dei bifolchi e a parlare in lingua baschira sono solo personaggi molto strani.

A detta di Burakaeva, anche se le pressioni sulla sua cultura stanno aumentando, nella repubblica ci sono molti attivisti impegnati a difenderla. A partire da lei.

Lingua sotto attacco

L’insegna del negozio di Burakaeva e della sua collega è scritta in lingua baschira. Quando i proprietari l’hanno vista, le hanno chiesto di sostituirla con un’insegna in russo. Questa modifica, però, tradirebbe l’idea del marchio: conservare la cultura tradizionale. E Burakaeva non vuole neanche spostare il negozio, dato che il locale è già stato ristrutturato. Per questo sta cercando di spiegare ai proprietari che le loro richieste sono ingiuste. Non ha nessuna intenzione di cambiare la scritta.

Molti problemi nella conservazione della cultura baschira sono legati alla lingua: ogni anno al suo insegnamento sono dedicate sempre meno ore nelle scuole, e la parola “baschiro” è stata esclusa dai documenti ufficiali.

In passato ci sono state proteste che hanno ottenuto qualcosa, come quella contro l’abolizione della cultura e della lingua baschira nelle scuole. Ma non hanno allentato le insistenze delle autorità. “Tra le righe, il messaggio è che devono esserci solo il popolo e la lingua russa. Le identità regionali vanno cancellate”, spiega Tansulpan, citando i recenti emendamenti alla costituzione, che riconosce solo al popolo russo l’attributo di “costitutivo dello stato”.

Nel 2020 a Ufa è stata montata una stele dedicata alla Dichiarazione universale dei diritti umani. La sorella di Burakaeva, Zuchra, anche lei attivista, ha notato che sul monumento sono incise frasi in russo e in inglese. Quando sui social network si è chiesta perché non ci fossero scritte in baschiro, è stata sommersa d’insulti. Una semplice domanda ha scatenato un’ondata di aggressività. ◆ ab

Biografia

1982 Nasce a Ufa, nella Repubblica dei Baschiri, in Russia.
2018 S’iscrive alla facoltà di cinema.
2018 Fonda TapTaman, un negozio online di gioielli ispirati alla tradizione orafa baschira.
2020 Lancia il progetto Nejrobaškort, con il quale pubblica poesie illustrate in baschiro create con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.
2023 Apre il primo negozio fisico di TapTaman a Ufa.


Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1552 di Internazionale, a pagina 68. Compra questo numero | Abbonati