Dopo aver fatto approvare una legge che abbassa l’età per la coscrizione obbligatoria da 27 a 25 anni, il governo ucraino sta cercando di far rientrare nel paese gli uomini in età da arruolamento. Alle rappresentanze diplomatiche di Kiev all’estero è stato infatti vietato rilasciare o rinnovare passaporti a chi ha un’età compresa tra i diciotto e i sessant’anni. Secondo il settimanale Nv, le nuove misure avranno “un impatto pari a zero” e sono “una piccola vendetta dal sapore populista”, mentre il sito Unian le difende: “Non abbiamo bisogno di cittadini sulla carta, di numeri per le statistiche. Abbiamo bisogno di cittadini che confermino la loro identità con azioni concrete”, cioè “pagare le tasse e difendere il paese”. Nel frattempo sul territorio ucraino continuano i bombardamenti russi: il 29 aprile cinque persone sono morte a Odessa, mentre nei giorni precedenti erano stati colpiti diversi villaggi nella zona di Sumy ed erano state attaccate infrastrutture energetiche nelle regioni di Dnipropetrovsk, Leopoli e Ivano-Frankivsk. Le forze di Mosca continuano inoltre ad avanzare lungo la linea del fronte.

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Questo articolo è uscito sul numero 1561 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati