Kanagawa, Giappone, 16 marzo 2023. Kohei Sato lavora in una fattoria a gestione collettiva. (Shiho Fukada, The New York Times/Contrasto)

“Quali misure stai adottando, personalmente, per prevenire il riscaldamento globale? Hai comprato una borsa della spesa riutilizzabile per ridurre la tua dipendenza dai sacchetti di plastica? Hai con te un thermos per evitare di comprare bevande in bottiglie di plastica? Hai un’auto elettrica? Diciamocelo chiaramente: queste buone azioni non hanno nessun effetto. Possono fare perfino più danni che bene”.

Kohei Saito è un filosofo giapponese che insegna all’università di Tokyo e si occupa di ecologia ed economia politica da una prospettiva marxista. Diversi suoi libri sono pubblicati in Italia, il prossimo da Einaudi.

In un articolo uscito sulla rivista statunitense The Nation, Saito spiega che convincerci dell’efficacia di questi comportamenti può impedirci di prendere parte ad azioni più grandi, necessarie per combattere il cambiamento climatico. “Funzionano come le indulgenze cattoliche”, scrive Saito, “permettendoci di sfuggire alle pene della nostra coscienza attraverso il consumismo e di distogliere lo sguardo dal pericolo che ci circonda”.

Secondo Saito l’unico modo per evitare questa trappola è abbandonare la cultura del consumo e ridurre la quantità di tutto quello che consumiamo. In altre parole, “per guarire il mondo dobbiamo incidere sul capitalismo stesso”.

Progetti ambiziosi come il green new deal, rilanciato negli Stati Uniti dai democratici, sono indispensabili nella lotta al cambiamento climatico, ma non sono sufficienti.

Potrebbe sembrare un controsenso, dice ancora Saito, ma l’obiettivo di qualsiasi piano per l’ambiente non dovrebbe essere la crescita economica, bensì il rallentamento dell’economia: “Le misure per fermare il cambiamento climatico non possono essere un modo per favorire la crescita economica. Anzi, meno queste misure puntano a far crescere l’economia, maggiore è la probabilità che funzionino”. Sempre consapevoli che “la strada per l’estinzione è lastricata di buone intenzioni”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 5. Compra questo numero | Abbonati