Lo shehuo è un insieme di festeggiamenti che si svolgono nella Cina rurale per il nuovo anno lunare durante la festa della primavera, chiamata anche capodanno cinese. La festa risale a diversi millenni fa, quando era legata agli antichi riti di stregoneria e alle celebrazioni per gli dei della Terra e del fuoco. In passato ogni villaggio aveva i suoi riti e le persone si riunivano intorno al fuoco pregando per avere un buon raccolto, scacciare i demoni e i mostri, e garantire la pace e la sicurezza della famiglia. Era una dimensione religiosa, pagana, simile ai riti dedicati al solstizio di primavera in Europa.

Oggi durante lo shehuo si svolgono soprattutto sfilate e spettacoli ispirati alle tradizioni locali. È un’occasione per organizzare grandi feste tra comunità e famiglie. Le danze popolari del dragone e dello yangko (una tradizione dei cinesi han, la maggioranza nel paese), i mercati davanti ai templi, le acrobazie, i falò e i fuochi d’artificio sono accompagnati da spettacoli di teatro, a cui la maggior parte degli abitanti assiste o partecipa indossando costumi a volte molto antichi, che si trasmettono di generazione in generazione. Ancora oggi questa festa rimane la più importante dell’anno per la Cina. Centinaia di milioni di persone tornano nelle zone d’origine che hanno lasciato per andare a lavorare nelle città industriali. Si tratta della più grande migrazione al mondo in tempo di pace, e anche se è temporanea e relativamente breve, rimane un evento spettacolare, raccontato dai mezzi d’informazione locali e internazionali.

Una nuova atmosfera

Per la sua spettacolarità lo shehuo ha sempre attirato i fotografi. Nel 2007 Zhang Xiao era andato nella regione dello Shanxi, nel nordovest del paese, dove la tradizione è molto sentita. “Avevo già visto molte foto di queste feste. All’epoca lavoravo come giornalista”, racconta. “Durante i dieci giorni di vacanza della festa di primavera ho scattato parecchie foto dei riti, per documentare come quei villaggi si trasformassero in teatri meravigliosi. Mi ero concentrato sugli attori per mostrare la differenza tra la loro vita e i ruoli che interpretavano. I personaggi sembravano arrivare dal cielo e formavano con il pubblico un immenso palcoscenico, che andava oltre i limiti della realtà, trasportando un insieme di sonnambuli in un mondo onirico. Mi muovevo tra loro cercando di non svegliarli”.

Un gruppo di attori dello xue shehuo, uno spettacolo in cui le persone sono pugnalate da coltelli o forbici e ferite con asce. Yanjiaan, provincia dello Shanxi, 2018.

Zhang Xiao è nato nel 1981 nella città di Yantai, nella provincia dello Shandong, dove ha studiato architettura e design. Le sue prime immagini dello shehuo sono decisamente pittoriche, spesso immerse nella nebbia; sono ritratti enigmatici di persone truccate o mascherate, scene di rappresentazioni teatrali o momenti di riposo, raccontate in modo poetico ed empatico.

Le maschere dei dodici segni dello zodiaco cinese. Huozhuang, nella provincia dello Henan, 2019.

Ma l’atmosfera è cambiata radicalmente nelle foto che ha scattato dieci anni dopo. “Ho ripreso a documentare la festa di primavera nelle province dello Shanxi e dello Henan nel 2018 e nel 2019, dove gli accessori erano costruiti in piccoli laboratori in villaggi come Huozhuang. Nel 2021 in Cina il tasso di urbanizzazione ha raggiunto il 63 per cento e probabilmente continuerà a crescere rapidamente nel corso del prossimo decennio. Gli abitanti delle zone rurali lasciano le loro case d’origine per le città, e restano pochissime persone a partecipare a quello che un tempo era un rituale di carattere religioso. Le giovani generazioni non hanno più bisogno di pregare per un raccolto abbondante, e internet e la diffusione dei social network hanno offerto altri mezzi per riunirsi. Di conseguenza lo shehuo è diventato un carnevale del nuovo anno basato soprattutto sugli spettacoli.

Una ragazza aspetta d’indossare il suo costume. Huanghayu, provincia dello Shanxi, 2007.

Nelle nuove immagini le luci sono più forti, i colori più brillanti. Si privilegiano i momenti di preparazione o di riposo, i costumi e gli accessori sono meno ricchi e raffinati rispetto alla prima serie del 2007. Questo perché la festa ha perso le sue radici profonde, ha assunto un carattere folcloristico e gli elementi decorativi sono acquistati online. È diventato un prodotto consumistico come altri, si è banalizzato.

Due attori interpretano una scena della battaglia tra l’ottava armata di strada e i soldati dell’impero giapponese durante lo shehuo. Huozhuang, provincia dello Henan, 2018.

“Dopo il 2000, in Cina la diffusione delle innovazioni tecnologiche, dei computer e di internet ha dato vita a nuovi modelli culturali. Contemporaneamente è stato fondato Taobao, il negozio online più grande e popolare del paese. Taobao ha facilitato l’affermarsi del consumismo e la diffusione di questa cultura, ma ha anche influenzato l’ampliamento della produzione e i canali e i metodi di distribuzione. Quando ho cercato su internet ‘accessori e costumi shehuo’, ho capito subito che la maggior parte dei centri di spedizione di questi prodotti era concentrata nella provincia dello Henan, nella zona rurale della città di Xuchang. Dal 2015, con l’arrivo del commercio on­line, queste città un tempo povere si sono profondamente trasformate. Il villaggio di Huozhuang, nell’area urbana di Xuchang, è diventato un nodo centrale di questa industria: a Huozhuang sono fabbricate più di duecento varietà di fuochi d’artificio e oggetti per il teatro divisi in trenta categorie. Il suo fatturato annuo, legato a questi prodotti, ammonta a più di duecento milioni di yuan (quasi 26 milioni di euro). In alcuni villaggi gran parte della popolazione è impegnata nella produzione e nella vendita di questi oggetti”.

Così, quello che all’inizio era una forma di testimonianza storica e antropologica è diventato il ritratto simbolico dei profondi cambiamenti che attraversano la Cina. ◆ adr

Da sapere
Il libro

◆ Zhang Xiao ha partecipato a numerose mostre, tra cui quelle al museo di fotografia di Lianzhou nella provincia del Guangdong, in Cina, e al Musée du Quai Branly di Parigi, in Francia. Il suo libro Community fire (Aperture, 2023) contiene testi del regista di documentari cinese Ou Ning e della curatrice statunitense di antropologia visuale Ilisa Barbash.


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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 64. Compra questo numero | Abbonati