Al centro dell’affresco della Scuola di Atene, dipinto da Raffaello in Vaticano, circondati dagli altri filosofi, avanzano quasi a braccetto, grandi tra i grandi, Platone e Aristotele. Il primo indica la fonte della propria filosofia in alto, nel mondo delle idee. Il secondo in basso, nella realtà concreta. Anche per questa adesione al reale, il pensiero di Aristotele è riuscito a superare i secoli e le critiche, costituendo ancora oggi un fondamento per scienze empiriche e tecniche di analisi. Questo libro denso e chiaro offre un’utile introduzione alle sue idee, esponendole senza fronzoli e con interessanti messe in prospettiva che non esitano a dichiarare cosa dell’aristotelismo resta di attualità e cosa invece occorre abbandonare. I capitoli seguono un ordine logico e pedagogico che intreccia la struttura delle idee con la vita del loro ideatore: partendo dalle discussioni sull’Essere della Metafisica, proseguono con gli studi sulla natura e sugli animali della Fisica. La tesi secondo cui la funzione propria degli esseri umani è la razionalità consente la transizione verso la Logica, da cui si passa allo studio dell’uomo in società (Politica) e infine alla Poetica e all’Etica, prima di un capitolo finale nel quale Sellars sostiene che Aristotele non fu mai un pensatore dogmatico e che la sua eredità più preziosa è l’idea per cui la curiosità è propria degli esseri umani. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1550 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati