C’è un paradosso che faceva osservare Francis Crick, uno dei due scopritori della doppia elica del dna: com’è possibile che la durata della memoria umana possa essere di anni (ricordiamo la nostra infanzia) mentre tutte le molecole del nostro corpo, comprese quelle del cervello, durano ore, giorni o al massimo mesi? La risposta è in questo libro scritto da un neurobiologo che unisce il rigore della ricerca di prima mano con il piacere di trovare le metafore giuste per raccontarla. Levi comincia propedeuticamente con la descrizione di un “arcipelago” composto da isole che sono i vari tipi di memoria (breve, operativa, lunga, dichiarativa), per poi passare a descrivere la “mappa” delle aree cerebrali e le dinamiche delle “onde”, cioè dei meccanismi neurologici implicati dai ricordi. Solo a quel punto, dando conto di esperimenti antichi e recenti compiuti su animali come lumache e topi, mostra come il cervello riscriva continuamente sensazioni e percezioni in modo da provarle o percepirle nuovamente, e spiega i meccanismi (molecolari, genetici) che permettono alle tracce lasciate da questi eventi riscritti di consolidarsi e riconsolidarsi in permanenza in modo da poter essere richiamate anche dopo molto tempo. Così rivela nuovi paradossi: ogni ricordo è una creazione e nella memoria svolgono ruoli importanti la selezione, l’oblio e la deformazione di ciò che abbiamo vissuto. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1551 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati