Quello di Paolo Di Paolo è un gran bel libro. Sembra un commento banale, ma il libro è davvero caratterizzato dalla parola “bello”. Perché è onesto, intimo, a tratti dissacrante e ironico. Di Paolo, scrittore e giornalista, racconta ai ragazzi le origini della sua passione per le parole e i libri: senza, lui semplicemente non esisterebbe. Racconta da dove nasce la pazzia che lo tiene in vita. Conosciamo un Di Paolo bambino che compone un giornalino scolastico e che, con l’ansia della fanciullezza, aspetta il postino che ha con sé la copia della rivista a fumetti a cui è abbonato. Crescendo quel postino gli porterà altre cose, lettere che gli cambieranno la vita. Risposte. Il libro è composto da una narrazione in prima persona, che comincia in “una stupida mattina di pioggia” quando facciamo la conoscenza dell’autore. Viaggiamo nel tempo tra i suoi giochi, molti fatti di parole. Poi all’improvviso il gioco, diventa un chiodo fisso, e oggi il suo mestiere. Insieme a questa narrazione in prima persona ci sono ritagli di giornale, capitoli di libri, domande esistenziali, disegni e onde. Un libro che è uno scrigno. Ci farà conoscere da vicino Di Paolo. Ma forse anche noi stessi e le nostre passioni. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1514 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati