L’esplosione improvvisa e inaspettata dell’ultimo conflitto tra Israele e Palestina ha fatto emergere con un contrasto più netto del solito anche alcuni cambiamenti nel dibattito pubblico. Negli Stati Uniti, per esempio, parte della società civile, anche di cultura ebraica, per la prima volta si è sentita coinvolta dal conflitto, s’informa e condivide notizie, scende in piazza per chiedere il cessate fuoco e usa con molta più disinvoltura di quanto si faccia in Europa parole come apartheid o genocidio nei confronti delle scelte politiche e militari del governo israeliano per reagire alla strage messa in atto da Hamas il 7 ottobre scorso.

È una reazione sorprendente per un paese di solito insensibile alle questioni di politica estera: nasce nell’emisfero democratico e la sua spinta sta condizionando anche la politica attendista del presidente Joe Biden. Il pod­cast The Dig di Jacobin Magazine è uno degli specchi di questa nuova coscienza civile della sinistra statunitense. Nell’episodio Hamas, il giornalista Daniel Denvir fa una chiacchierata di due ore con Tareq Baconi, storico e presidente della rete per le politiche sulla Palestina, per ricostruire la storia del gruppo che ha ideato la strage del 7 ottobre, dalla sua nascita durante la seconda intifada alle elezioni palestinesi del 2006 fino ai rapporti controversi con il governo israeliano e i cittadini della striscia di Gaza. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1536 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati