Talia aveva tre anni quando sua madre, Sallie, è morta. Il ricordo di lei è solo una macchia sfocata, perché l’ha persa proprio quando cominciavano a formarsi i suoi ricordi. Sa solo che una notte la donna, che faceva la regista, è caduta dal balcone mentre si trovava per lavoro a Maiorca, in Spagna, in cerca di un posto per girare il film a cui stava lavorando. Da quello che si dice in casa era buio, lei era ubriaca ed era molto tardi. L’hanno trovata dopo qualche ora a terra, già morta. La memoria che Talia ha della madre è stata costruita negli anni dai documenti che ne testimoniano la vita e la morte. Ci sono gli articoli di cronaca dei giornali, quasi tutti romanzati e pieni di errori, scritti per nobilitare l’intervento dei soccorritori o le indagini delle forze dell’ordine. Ci sono le liste di aneddoti e gli “strano ma vero” in cui la storia di sua madre finisce spesso, perché a quanto pare per i britannici è comune cadere dai balconi spagnoli, che sarebbero troppo corti per loro. Ci sono poi delle videocassette conservate in soffitta, riprese amatoriali che la madre girava in casa, compreso un nastro che conterrebbe scene sessuali con il padre. E poi le foto del ritrovamento del cadavere. Il racconto di Talia rimette in ordine queste testimonianze con una meravigliosa linea sonora che alterna il suo dialogo interiore alle conversazioni con i familiari. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati