I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

Sono centinaia le vittime causate dalla strategia della tensione, che fin dal 1969 voleva fermare l’avanzata delle forze di sinistra e dei sindacati in Italia. Sono rimasti impressi nella memoria collettiva le stragi di piazza Fontana a Milano nel 1969, di piazza della Loggia a Brescia e del treno Italicus nel 1974, e della stazione di Bologna nel 1980. Ma chi ricorda l’attentato alla questura di Milano del 17 maggio 1973? Il sedicente anarchico (ma in realtà neofascista) Gianfranco Bertoli lanciò una bomba a mano per uccidere il leader democristiano, già presidente del consiglio e ministro, Mariano Rumor, ammazzando quattro persone. Stefania Limiti ricostruisce quell’attentato, ma soprattutto ne analizza il contesto all’interno di una strategia golpista in cui erano coinvolti neofascisti, vertici dei servizi segreti, frange delle forze armate. Quei golpisti contavano sul sostegno di importanti settori della Democrazia cristiana. Ma trovarono anche la decisa resistenza di alcuni suoi esponenti di primo piano, tra cui Rumor e Paolo Emilio Taviani. Limiti fornisce una rilettura documentatissima di quel momento storico, in cui si decise il destino dell’Italia tra democrazia e dittatura, mettendo ordine in un complicato puzzle. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1517 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati