Appena tre giorni dopo aver aderito al Partito della solidarietà indonesiana (Psi, di centrosinistra), il figlio minore del presidente indonesiano Joko “Jokowi” Widodo, Kaesang Pangarep, è stato nominato presidente del partito. Forse l’ascesa al potere più rapida mai vista nella politica indonesiana. Meno di tre settimane dopo, è arrivata un’altra notizia sorprendente per l’opinione pubblica indonesiana: la corte costituzionale (guidata dal cognato di Jokowi, Anwar Usman) ha deciso che chi ha ricoperto una carica elettiva nella pubblica amministrazione potrà candidarsi alle elezioni presidenziali anche se ha meno di quarant’anni. La sentenza consente al figlio maggiore di Jokowi, Gibran Rakabuming Raka, 36 anni e sindaco di Surakarta, di candidarsi a vicepresidente nel 2024.

I due eventi indicano che Jokowi sta preparando una dinastia in vista del voto, cioè un piano per conservare l’influenza della famiglia dopo il 2024, quando il presidente dovrà lasciare il suo incarico. La politica dinastica richiede una meticolosa pianificazione della successione, e questi sono passi necessari per raggiungere l’obiet­tivo.

L’eredità

L’ascesa di Kaesang è fondamentale perché Jokowi non controlla il Partito democratico indonesiano di lotta (Pdi-P), a cui lui e Gibran sono affiliati. La sua ambizione di rimanere influente anche dopo il 2024 potrebbe essere compromessa se si affidasse solo al Pdi-P, che in fin dei conti è ancora influenzato dall’ex presidente Megawati Sukarnoputri. A differenza di Megawati e di Susilo Bambang Yudhoyono, entrambi leader del Partito democratico e capi dello stato, quando Jokowi è diventato il settimo presidente dell’Indonesia nel 2014 era solo un funzionario di partito. Nove anni dopo la sua elezione, Jokowi li ha superati diventando l’unico presidente con due familiari sindaci, il figlio Gibran e il genero Bobby Nasution. Jokowi ha bisogno di salvaguardare l’eredità della sua famiglia, soprattutto sullo sfondo di questioni ancora aperte, come lo spostamento della capitale del paese da Jakarta al Kalimantan orientale.

Scelta strategica

La scelta di servirsi del Psi, invece del Pdi-P, per l’ascesa del figlio Kaesang merita attenzione. Nel 2019 il Psi non è riuscito a superare la soglia di sbarramento del 4 per cento, ma è stato premiato per la sua fedeltà a Jokowi con la nomina di un viceministro tra i suoi esponenti. Il Psi non ha ancora un leader tra le sue file. Gli altri partiti hanno dei capi o dei meccanismi di promozione che impedirebbero a Kaesang di occupare subito il centro della scena. In breve, anche se il Psi non è il partito ideale per Kaesang, è l’unico disponibile da subito a trasformarsi in uno strumento politico per la famiglia Jokowi.

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Se Gibran diventerà il vice di un candidato alla presidenza diverso da quello del Pdi-P, nei prossimi mesi la potenziale tensione tra gli schieramenti è destinata ad aumentare e a destabilizzare il clima politico indonesiano. Jokowi e il Pdi-P sono l’uno ostaggio dell’altro. Jokowi ha ancora bisogno del Partito democratico per garantire la stabilità del suo governo nell’ultimo anno di mandato. D’altro canto, il Pdi-P ha bisogno di Jokowi come calamita elettorale in vista delle elezioni del febbraio 2024. L’aperta ostilità tra i due schieramenti ostacolerebbe senza dubbio i piani per le prossime elezioni.

Al momento Jokowi potrebbe mobilitare milioni di voti per la persona o il partito che deciderà di sostenere. Secondo un sondaggio condotto ad agosto dall’Indonesian survey institute, il 71 per cento degli intervistati ha detto di aver fiducia e un ulteriore 18 per cento ha detto di avere molta fiducia nell’istituzione della presidenza, e Jokowi mantiene un solido indice di gradimento personale.

Anche se Jokowi non è un leader di partito, dispone di una falange di volontari fedeli, la maggior parte dei quali non si identifica con un particolare partito e sceglierà il candidato da votare solo quando lui darà delle indicazioni chiare. Per il solo fatto di essere guidato dal figlio del presidente, il Psi si aspetta un effetto traino, migliorando le sue possibilità di superare il 4 per cento dei voti necessario per ottenere seggi in parlamento.

Purtroppo per la democrazia indonesiana, l’ascesa di Kaesang alla presidenza del Psi potrebbe essere una cattiva notizia per la tanto sperata normalizzazione dei partiti politici. Né la nomina di Gibran può essere interpretata come un trionfo per i giovani indonesiani. Entrambi rappresentano una triste realtà: nella democrazia elettorale di questa Indonesia, solo chi è ricco e ha buoni contatti può avere successo. Interessi elettorali, ambizioni politiche individuali e status familiare hanno ancora una volta minato le speranze di avere un sistema politico trasparente, basato sul merito e inclusivo. ◆ gim

Da sapere
Un’ombra sulla democrazia

◆ Il 23 ottobre 2023 la corte costituzionale indonesiana ha formato un consiglio etico per indagare sulla legittimità della sentenza che ha aperto la strada alla candidatura alla vicepresidenza di Gibran Rakabuming Raka, primogenito del premier Joko “Jokowi” Widodo e nipote del presidente della stessa corte Anwar Usman. La decisione di avviare un’indagine è stata presa dopo diverse richieste di alcuni avvocati, attivisti e singoli cittadini. “La democrazia funziona sull’assunto che tutti rispettino le stesse regole del gioco e che ogni giocatore abbia uguale accesso alle stesse risorse”, ha scritto il Jakarta Post in un editoriale. “La decisione della corte non solo metterà in dubbio la credibilità delle elezioni del 2024, ma getterà anche una lunga ombra sulla democrazia indonesiana”. Jokowi, ex imprenditore, nel 2014 era stato il primo candidato a vincere le elezioni presidenziali pur non appartenendo all’elite politca o militare del paese. “Ma come Suharto, leader autoritario, Widodo ha ceduto alla dipendenza che deriva dall’essere lodato e idolatrato”, ha commentato Goenawan Mohamad, ex direttore del settimanale Tempo ed ex sostenitore di Jokowi”, scrive Asia Times. “Non lo si può più criticare, non ascolta i consigli: per esempio, quello di non affrettarsi a costruire una nuova capitale. E alla fine, si è scoperto poco a poco, sta facendo quel che fece Suharto: riservare ai suoi figli un trattamento speciale. Forse con una leggera differenza”, aggiunge Asia Times. “Mentre i figli dell’ex dittatore Suharto si arricchirono intestandosi contratti redditizi, Widodo sta costruendo una dinastia politica in stile filippino, in cui continuerà a svolgere un ruolo dietro le quinte”.


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Questo articolo è uscito sul numero 1535 di Internazionale, a pagina 39. Compra questo numero | Abbonati