21 novembre 2014 21:00

Il vaccino antinfluenzale dovrebbe prevedere la probabile evoluzione dei ceppi di virus, e non basarsi solo sui ceppi virali che già circolano nella popolazione. A questa conclusione è arrivato un team di ricerca internazionale, che ha pubblicato il suo studio su Science.

Ogni anno l’Organizzazione mondiale della sanità indica a febbraio quali saranno i virus della prossima epidemia stagionale di influenza. Ma i vaccini arrivano nelle farmacie in ottobre, quando i ceppi dei virus circolanti nella popolazione possono essersi già modificati. Come fare per rendere il vaccino più efficace?

Judith Fonville, della University of Cambridge, e i suoi colleghi hanno costruito una mappa della risposta immunitaria della singola persona ai diversi ceppi di virus dell’influenza. A seconda dell’età e delle precedenti infezioni, ognuno risponde meglio ad alcuni tipi di virus e peggio ad altri. Questa informazione potrebbe essere usata per migliorare le campagne antinfluenzali. Infatti, si potrebbe creare un vaccino che aumenta la protezione verso i virus futuri, rispetto ai quali la popolazione è indifesa, senza compromettere l’immunità verso i virus già noti all’organismo. Science

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