Il 4 aprile 2014 la fotoreporter tedesca Anja Niedringhaus è morta in un attentato a Khost, in Afghanistan, dove si trovava per seguire le elezioni presidenziali. La sua carriera era cominciata nel 1990 all’agenzia di stampa Epa, per la quale aveva seguito la guerra nei Balcani. Dal 2002 era nell’Associated Press lavorando soprattutto in Medio Oriente, Afghanistan e Pakistan. Nel 2005 aveva vinto un premio Pulitzer.
In ricordo del coraggio e dell’impegno della fotografa, l’International women’s media foundation (Iwmf) ha istituito il premio Anja Niedringhaus courage in photojournalism per celebrare le fotogiornaliste che rischiano la vita per documentare i conflitti, riuscendo a catturare anche i momenti di umanità. Per la prima edizione, la vincitrice è la freelance statunitense Heidi Levine.
Secondo la giuria, Levine ha raccontato la guerra e le tensioni nella Striscia di Gaza riuscendo, nonostante le tragedie di cui è stata testimone, a mantenere una profonda compassione per le persone che ha incontrato. Le sue foto hanno un’eloquenza lirica e uno stile armonico anche quando documentano una realtà dura e brutale. Sull’impegno nel fotogiornalismo, Levine afferma: “Mi rendo conto che la maggior parte delle persone non comprende perché lo facciamo. Noi andiamo nei posti da cui la gente scappa e ci sentiamo in dovere di farlo. Questo premio mi aiuterà a continuare a credere in quello che faccio, senza arrendermi”.
Levine ha infatti deciso di vivere a Gerusalemme con i tre figli, trasformando così una scelta professionale in una scelta personale. Ogni giorno corre gli stessi rischi dei soggetti che fotografa diventando però anche parte integrante della comunità. Ma non c’è solo Gaza nelle sue immagini: in trent’anni di carriera è stata in Egitto, in Libia e in Siria, ha seguito la guerra tra Israele e Libano ed è andata tra i profughi iracheni che vivono in Giordania e in Svezia.
Dopo la vittoria, Levine ha affermato: “Sono onorata di raccogliere l’eredità di Anja. Era una persona e una professionista che stimavo e ammiravo, con cui mi sono confrontata sul campo in circostanze estremamente difficili. Con lei, ci sentivamo sorelle, legate da un rapporto di fiducia vero. Ci manca molto”.
Oltre a Levine, Anastasia Vlasova e Rebecca Blackwell hanno ricevuto le menzioni d’onore per i loro reportage in Ucraina e nella Repubblica Centrafricana.
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