17 marzo 2012 10:26

Dopo il Supermartedì, una volta appurato di aver conquistato la maggioranza dei delegati, lo staff di Mitt Romney ha parlato ai giornalisti in un’aula del quartier generale del candidato. Seduti come scolaretti, i cronisti hanno ascoltato una lezione di matematica in cui gli uomini di Romney hanno spiegato perché Rick Santorum, il loro principale avversario, non può più raggiungere il numero di delegati necessari ad aggiudicarsi la nomination.

Il messaggio era chiaro: l’aritmetica non mente, le elezioni sono finite. Il 12 marzo lo staff di Santorum ha rilasciato un comunicato di replica: “Romney parla di aritmetica per sviare l’attenzione dai problemi della sua campagna elettorale.

La verità è che avrà molte difficoltà a raggiungere la maggioranza dei delegati”. Neanche Santorum pensa di conquistare la maggioranza dei delegati, ma è convinto di poter almeno impedire a Romney di raggiungere la soglia di consensi necessaria a ottenere l’investitura ufficiale repubblicana. In questo caso, Romney comincerà a perdere delegati a favore di Santorum, che a quel punto ne contesterà la candidatura.

Uno scenario che fa tremare l’establishment repubblicano. Le convention contestate, per quanto emozionanti, di solito sono una garanzia di vittoria per il partito avversario. “In conclusione”, recita il comunicato, sicuramente gradito all’amministrazione Obama, “il tempo è dalla parte di Santorum”.

*Traduzione di Fabrizio Saulini.

Internazionale, numero 940, 16 marzo 2012*

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