La Casa Bianca conferma la morte della cooperante statunitense ostaggio dello Stato islamico

Il gruppo Stato islamico ha dichiarato in un comunicato che la statunitense Kayla Mueller, ostaggio dei jihadisti, è stata uccisa da un bombardamento dell’aviazione giordana a Raqqa, in Siria

Confermata la morte della cooperante statunitense Kayla Mueller

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha confermato la morte di Kayla Mueller, la cooperante ostaggio del gruppo Stato islamico dall’agosto del 2013. La donna è morta in un bombardamento dell’aviazione giordana a Raqqa, in Siria. Reuters

I genitori dell’ostaggio statunitense fanno un appello allo Stato islamico

I genitori di Kayla Mueller, la cooperante statunitense in ostaggio del gruppo Stato islamico, hanno dichiarato che “sperano” che sia ancora viva. I genitori di Mueller hanno chiesto ai jihadisti di mettersi in contatto con loro e di trattarla come “un’ospite”.

Ieri il gruppo Stato islamico ha detto che la donna è stata uccisa da un bombardamento dell’aviazione giordana a Raqqa, in Siria. La Casa Bianca per ora ha smentito la morte della ragazza. Bbc

La Casa Bianca per ora non conferma la morte della cooperante statunitense in Siria

La Casa Bianca ha dichiarato che al momento non può confermare la notizia della morte dell’ostaggio statunitense Kayla Mueller. Un’ora fa il gruppo Stato islamico ha detto che la donna è stata uccisa da un bombardamento dell’aviazione giordana a Raqqa, in Siria.

Mueller è una cooperante statunitense, lavorava tra Siria e Turchia ed è stata rapita nell’agosto del 2013 ad Aleppo dove stava lavorando con Medici senza frontiere. Reuters

Il gruppo Stato islamico ha dichiarato che è stata uccisa una cooperante statunitense in Siria

Il gruppo Stato islamico ha dichiarato in un comunicato che la statunitense Kayla Mueller, ostaggio dei jihadisti, è stata uccisa da un bombardamento dell’aviazione giordana a Raqqa, in Siria. Ma le autorità statunitensi non hanno confermato la notizia.

Mueller è una cooperante statunitense, lavorava tra Siria e Turchia ed è stata rapita nell’agosto del 2013 ad Aleppo dove stava lavorando con Medici senza frontiere. The Washington Post

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