Scontri e violenze in Burundi nelle manifestazioni contro il presidente

Almeno 15 morti nelle proteste contro la decisione del presidente Pierre Nkurunziza di candidarsi a un terzo mandato alle elezioni di giugno

Proteste contro il presidente in Burundi, un uomo bruciato vivo

Un uomo è stato bruciato vivo dalla folla di manifestanti nelle strade della capitale Bujumbura, in Burundi, dopo essere stato accusato di far parte delle milizie Imbonerakure, l’ala giovanile del partito al potere, che avrebbero compiuto raid contro i sostenitori dell’opposizione e minacciato la popolazione. “Gli hanno messo dei copertoni al collo e gli hanno dato fuoco”, ha riferito un testimone alla Reuters, dopo aver assistito all’episodio di violenza nel distretto di Nyakabiga, uno dei luoghi in cui le proteste sono state più intense.

Il governo ha sempre smentito le accuse nei confronti dei giovani Imbonerakure e ha condannato le violenze.

Secondo un deputato dell’opposizione le elezioni presidenziali previste per maggio e giugno dovrebbero essere posticipate per fermare le manifestazioni, in cui dal 26 aprile sono morte almeno 15 persone. Il presidente ha rivolto un appello alla nazione in diretta televisiva, assicurando che se verrà rieletto questo sarà il suo ultimo mandato. “Non correrò nuovamente per la guida del paese” ha detto, promettendo agli oppositori elezioni “libere e giuste”.

Un morto e tre feriti nelle nuove manifestazioni in Burundi

Almeno una persona è stata uccisa e tre sono rimaste ferite a Bujumbura, in Burundi, la mattina del 7 maggio, dopo che la polizia ha aperto il fuoco contro un gruppo di manifestanti nel quartiere di Kinama. Da due settimane la popolazione è scesa in piazza per protestare contro la candidatura del presidente Pierre Nkurunziza a un terzo mandato.

Dal 26 aprile sono quattordici le vittime negli scontri, tra loro anche un ragazzo di 15 anni.

Il presidente del Burundi promette un’amnistia per fermare le proteste

In Burundi il presidente Pierre Nkurunziza ha detto che, se verrà eletto alle elezioni di giugno, non si ricandiderà per un quarto mandato. L’annuncio della candidatura per un terzo mandato di Nkurunziza il 25 aprile ha scatenato violente proteste nel paese.

Le violenze hanno finora provocato 14 morti. Il 4 maggio, un giorno prima che la corte costituzionale approvasse la candidatura di Nkurunziza alle elezioni del prossimo 26 giugno, la polizia ha aperto il fuoco verso i manifestanti.

Inoltre, a causa delle violenze, 40mila persone sono fuggite dal Burundi nei paesi vicini. Secondo l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, di questi 24.795 hanno chiesto asilo in Ruanda, 6.966 in Tanzania e 7.319 in Congo.

Inoltre Nkurunziza ha promesso che i manifestanti minori di 18 anni che sono stati arrestati durante le proteste saranno rilasciati e che è disposto a concedere un’amnistia se le proteste si placheranno.

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