01 ottobre 2016 16:02

Pau Faus spiega perché ha deciso di documentare la campagna elettorale della sindaca di Barcellona.

Ho cominciato a lavorare al film Alcaldessa con il vantaggio che Ada Colau, la sindaca di Barcellona, mi conosceva dai tempi in cui avevo fatto parte anch’io della Plataforma de afectados por la hipoteca. Fin dall’inizio volevamo che fosse un film al presente: se avessimo lasciato passare del tempo e raccontato la sua campagna elettorale al passato sarebbe stato un film diverso, senza tutte le sfumature che abbiamo colto.

Per esempio le scene del videodiario di Colau, in cui siamo spettatori privilegiati delle sue reazioni e riflessioni, momenti brevi ma che ci dicono molto di lei, in cui ha toccato questioni che io non sarei mai riuscito ad affrontare con lei.

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Proprio il tono del videodiario ha determinato quello dell’intero film: se inizialmente emergevano conflitti e frustrazione per le vicissitudini del progetto, più tardi quei momenti si sono liberati dalla tensione per diventare spazi di riflessione.

Se Colau non avesse vinto le elezioni sarebbe forse stato più difficile finire il film e ci sarebbe stato probabilmente meno interesse, ma questo non avrebbe cambiato le nostre intenzioni: partire da un tema universale, come quello della lotta dei deboli contro i forti, e vedere come la statura del nostro personaggio, con umiltà e impegno, cresceva passo passo per raggiungere i suoi obiettivi.

La verità è che quando si affronta un compito come questo, non ci si può chiedere se ci sarà un limite e nemmeno se il protagonista sarà disposto a mettersi a nudo, come ha avuto il coraggio di fare Ada Colau.

Il documentario Alcaldessa sarà proiettato al cinema Boldini durante il festival di Internazionale a Ferrara. La rassegna Mondovisioni è a cura di CineAgenzia.

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