25 maggio 2015 13:10
La leader di Barcelona en Comú, Ada Colau, dopo la vittoria alle comunali a Barcellona. (David Ramos, Getty Images)

La candidata di Podemos, Ada Colau, ha vinto le elezioni municipali di Barcellona, sconfiggendo anche il candidato della lista autonomista Con­ver­gèn­cia i Unió (CiU). Colau, che ha conquistato 11 seggi, ha condotto la sua campagna elettorale impegnandosi a risolvere il problema abitativo della città, a ridurre le disuguaglianze e la disoccupazione e a fermare gli sfratti. Il grande sconfitto di Barcellona è il Partito socialista che è passato da seconda a quinta forza della città (da 11 a 4 seggi).

Colau ha vinto le elezioni con la lista civica Barcelona en Comú in cui è confluito anche Podemos, il partito di sinistra, guidato da Pablo Iglesias, nato nel 2014 sulla scia del movimento di protesta 15-M che nel 2011 ha portato in piazza migliaia di spagnoli.

La nuova sindaca di Barcellona, 41 anni, laureata in filosofia, ha un passato come leader dei movimenti di lotta per la casa in città, in particolare si è impegnata dal 2009 contro gli sfratti nel movimento Plataforma de afectados por la hipoteca (Pah), che si è battuto per il diritto alla casa, contro il pignoramento e per l’approvazione di una legge d’iniziativa popolare che riformasse la legge sui mutui in Spagna. Fino a qualche tempo fa, Colau era considerata dal governo catalano “una pericolosa attivista, una donna spigolosa con cui è difficile trattare”.

Il Pah ha condotto un’importante campagna per chiedere al governo di cambiare le leggi sull’insolvenza dei mutui ipotecari per le famiglie. Con la crisi economica, infatti, molti spagnoli si sono trovati nella condizione di non poter pagare il mutuo della casa e per questo di perdere la propria abitazione. Nel 2014 Pah ha raccolto un milione e mezzo di firme per chiedere al governo di cambiare la legge sui mutui, ma la riforma è stata affossata dal parlamento a maggioranza popolare. Per questa campagna Pah nel 2013 ha ricevuto dal parlamento europeo il Premio del cittadino europeo, decisione che ha suscitato le proteste del Partito popolare.

Colau viene da una famiglia della media borghesia barcellonese, sua madre era un’agente immobiliare, suo padre un pubblicitario. Ha cambiato una ventina di lavori, ma si è occupata di politica dai tempi dell’università. Vive a Barcellona con il suo compagno, un economista, e suo figlio di tre anni.

Durante la campagna elettorale, Colau si è concentrata sulla disoccupazione e la disuguaglianza, ha promesso di investire 50 milioni di euro per la creazione di 2.500 nuovi posti di lavoro. Ha dichiarato guerra all’industria del turismo che ha trasformato Barcellona e ha detto di voler impedire la concessione di nuove licenze alberghiere. Si è impegnata per riformare il sistema dei trasporti e dell’energia della città. Infine ha promesso di tassare le banche che tengono le proprietà immobiliari sfitte e che contribuiscono a far salire i prezzi delle case in città.

“È stata la vittoria di Davide su Golia”, ha detto Colau commentando i risultati elettorali la sera del 24 maggio. “In questa città non esisteranno più cittadini di serie B”, ha aggiunto.

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