E se un campione, invece di battersi con un avversario sul ring, stesse in effetti lottando con i propri demoni? E che dire dello sport come metafora della vita? Al debutto alla regia Halle Berry si getta con tale dedizione e sincerità nei luoghi comuni più triti del fight movie da sembrare quasi inconsapevole che in fondo si tratta di cliché. Berry è anche protagonista nel ruolo di una campionessa di arti marziali caduta in disgrazia, che lavora come addetta alle pulizie e accetta stoicamente gli abusi del fidanzato/manager. Ma il film non è male. Semplicemente non riserva grandi sorprese. Un punto in più per l’exploit dell’attrice teatrale Sheila Atim in un ruolo secondario.

Wendy Ide, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1437 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati