In questo film, Ben Affleck ha la giusta dose di rilassatezza. Nel corso degli anni è stato un supereroe troppo austero, un oggetto del desiderio troppo teso, un salvatore del mondo troppo disinvolto e così via. Nelle mani di George Clooney, in questo rilassato adattamento dell’autobiografia (premio Pulitzer) di J.R. Moehringer, Affleck è solo il proprietario di un bar a Long Island, nei primi anni settanta. E non è neanche protagonista. Al centro c’è il nipote J.R., interpretato da Tye Sheridan, che nel corso del film trova la sua strada verso il giornalismo. Ma si sa che in un bar si possono imparare molte cose, soprattutto se ci si limita a osservare. Quando il film si accontenta di essere un osservatore funziona davvero molto bene.
Joshua Rothkopf, Entertainment Weekly

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Questo articolo è uscito sul numero 1445 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati