Non sono una persona religiosa, ma sono sempre stato affascinato dalla rappresentazione cinematografica del fervore religioso. Un concetto così potente che s’impossessa di un personaggio, si esprime attraverso una retorica spinta all’eccesso e si offre a interpretazioni stravaganti: insomma uno spettacolo irresistibile (i miei preferiti sono Marjoe del 1972 e Red hook summer del 2012). Gli occhi di Tammy Faye, che racconta l’ascesa e la caduta della star evangelica Tammy Faye Bakker (e insieme a lei del marito predicatore Jim Bakker), rientra nella categoria e, nei momenti migliori, spinge i temi religiosi in direzioni affascinanti che spianano la strada a interpretazioni (giustamente) sopra le righe. Purtroppo questi momenti (che si devono sostanzialmente all’ardore dell’estasi cristiana ben rappresentata da Jessica Chastain) sono pochi, a causa della regia e della deferenza del film al genere delle biografie.
Richard Brody, The New Yorker

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1446 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati