◆ Le ondate di caldo mettono a rischio la salute di alcune categorie di lavoratori. Negli Stati Uniti un rapporto dell’organizzazione Public citizen stima che ogni anno il caldo provochi tra seicento e duemila morti e 170mila infortuni sul lavoro. I più esposti sono i lavoratori del settore agricolo. Seguono gli edili, chi svolge la propria attività al chiuso vicino a macchinari che emettono calore, gli addetti al pronto intervento e quelli del settore delle infrastrutture. Spesso si tratta di lavoratori e lavoratrici con salari bassi e poche garanzie.

Il fenomeno, scrive Grist, è probabilmente sottostimato. Molti incidenti sono addebitati ad altre cause. Un lavoratore che cade dall’alto, a causa di un malessere provocato dal caldo, spesso non è considerato una vittima delle temperature troppo elevate. Sarebbe utile una maggiore attenzione al fenomeno e una raccolta di dati accurata. È possibile, infatti, migliorare la situazione e proteggere le persone. La California, per esempio, ha creato degli standard delle condizioni di lavoro che hanno ridotto del 30 per cento gli incidenti legati al caldo.

Secondo il rapporto, dovrebbe esserci una soglia di temperatura oltre la quale non è possibile lavorare. Si dovrebbero prevedere condizioni di lavoro migliori, come acqua potabile a disposizione, pause obbligatorie e la possibilità di riposare in un luogo fresco. Le aziende dovrebbero dotarsi di un piano in caso di caldo eccessivo. Poiché le ondate di calore sono già una realtà, servirebbero misure immediate.

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Questo articolo è uscito sul numero 1468 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati