Mungo, quindici anni, mostra il tipo di fragilità che fa venire voglia di cullarlo. O di schiacciarlo. È il tenero eroe scozzese del nuovo e commovente romanzo di Douglas Stuart. È una storia di risveglio romantico e sessuale punteggiata da violenze orribili, un magistrale dramma familiare ambientato nella rovina economica di Glas-gow dopo il devastante regno di Margaret Thatcher. Un regno senza speranza, fatto di industrie demolite, abuso di sostanze e povertà. Il protagonista è un ragazzo, il più giovane di tre fratelli, cresciuto da una madre alcolizzata. Ambientato nei primi anni novanta, Il giovane Mungo alterna due parti a distanza di circa cinque mesi l’una dall’altra. Nei primi capitoli, ci viene presentata la famigerata famiglia Hamilton. Hamish, il fratello maggiore di Mungo, è tra i capi di una gang che odia la polizia, i cattolici e i “cagasotto”. Jodie, l’unica figlia, ha assunto tutte le responsabilità domestiche trascurate dalla madre egoista, che sparisce per giorni interi per inseguire un altro uomo o una bottiglia. Mo-Maw, come la chiamano loro, è un incubo di egoismo e vanità che sembra partorito dalla mente di Tennessee Williams. Ma Mungo ama Mo-Maw incondizionatamente. I capitoli più affascinanti del romanzo raccontano la nascente storia d’amore di Mungo con un adolescente di nome James. L’intero romanzo si basa sul panico per la presunta mascolinità in pericolo di Mungo. Stuart è capace di tirare le corde della suspense in modo straziante, esplorando con sensibilità la mente confusa di un ragazzo gentile che cerca di dare un senso alla sua sessualità.
Ron Charles,The Washington Post

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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati