Al giovane regista belga Lukas Dhont piacciono i titoli corti: così dopo Girl (2018) ecco Close, che racconta il rapporto tra Léo e Rémi. All’inizio Dhont è attento a documentare il periodo travagliato della preadolescenza. Però si annoia presto, e trovando forse troppo scarno il tema del desiderio che s’insinua nel cuore del rapporto di amicizia, fa un brusco capovolgimento del copione lasciando Léo tutto solo. Da quel momento in poi, è come se il titolo cambiasse significato: non l’esplorazione della vicinanza dei due amici, ma una scelta di regia abbastanza limitata.
Laura Tuillier, Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1491 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati