Un voto che “fa arrabbiare” e rivela “una dissonanza”, lo definisce il settimanale marocchino Tel Quel. Per la prima volta in venticinque anni, il parlamento europeo ha approvato il 19 gennaio una risoluzione che condanna la situazione dei diritti umani in Marocco, chiedendo a Rabat il rispetto della libertà di stampa e la scarcerazione dei prigionieri politici e dei giornalisti, in particolare di Omar Radi, Souleiman Raissouni e Taoufik Bouachrine. Per molti osservatori il voto è una conseguenza delle rivelazioni sullo scandalo di corruzione Qatargate, scoppiato nel dicembre 2022, in cui è coinvolto anche il Marocco. Il regno, con la complicità dell’eurodeputato socialista italiano Pier Antonio Panzeri e di altri suoi colleghi, avrebbe creato una rete d’influenze per bloccare ogni critica e ogni decisione che avrebbe potuto minare i suoi interessi. Nell’editoriale Tel Quel accusa gli europei di accanirsi con il Marocco e di non guardare a quello che succede in Algeria, paese rivale: “L’odore del gas, di cui l’Europa ha tanto bisogno, impedisce agli eurodeputati di criticare quello che succede in territorio algerino”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati