Dopo il bacio non consensuale dato dal presidente della Federazione calcistica spagnola Luís Rubiales alla giocatrice Jenni Hermoso durante i festeggiamenti per la vittoria della Coppa del mondo femminile, il 20 agosto, le reazioni di condanna continuano senza sosta. Ma in un primo momento non sono arrivate dalle istituzioni, dalla stampa o dai colleghi di Rubiales, bensì dall’opinione pubblica. Da persone comuni, soprattutto donne, che si sono sentite chiamate in causa come testimoni dirette di un episodio già vissuto da molte di loro in privato, sulla propria pelle. Anche se qualcuno continua a negarlo, queste cose succedono di continuo. La buona notizia è che le donne – e lentamente tutta la società spagnola, a parte alcune disonorevoli eccezioni – hanno detto basta. Quella cattiva è che Rubiales rifiuta di dimettersi e si trincera in un incarico troppo goloso per lui e i suoi compagni. Non durerà molto. Come hanno dichiarato le giocatrici della nazionale, “è finita”.

Sui social network e nelle strade l’indignazione si sta trasformando in clamore. Com’è possibile che il rappresentante del calcio spagnolo si sia permesso di afferrare una giocatrice per la testa e baciarla senza il suo consenso? Come osa colpevolizzare la vittima e aggrapparsi alla poltrona? È evidente che alcuni mezzi d’informazione (pochi) e istituzioni si sono decisi a intervenire solo quando i commenti della gente comune sono diventati impossibili da ignorare. Molti sono caduti dal pero, uno dopo l’altro. Come il commentatore sportivo che ha raccontato di essersi accorto con il passare delle ore che la sua prima reazione – giustificare il bacio forzato in un contesto di euforia – non era così normale, soprattutto tenendo conto che si trattava di un capo e di una sua sottoposta. Che gran vittoria per il femminismo: uomini che finora non si erano mai preoccupati dei gesti maschilisti, delle aggressioni e degli abusi subiti quotidianamente dalle donne stanno finalmente cominciando ad aprire gli occhi.

È triste che sia stata necessaria un’aggressione pubblica seguita da milioni di commenti disgustati e rabbiosi prima che alcuni uomini di sport e alcune aziende (ancora troppo poche) cominciassero a muoversi. Ma noi donne sappiamo bene quello che succede a porte chiuse e manteniamo un sano scetticismo. Quelli che oggi condannano il gesto di Rubiales continueranno ad accettare cose simili in privato? Ora qualcuno prenderà sul serio le sette giocatrici che non sono andate al mondiale e che avevano denunciato l’allenatore Jorge Vilda per aver messo a repentaglio la salute delle calciatrici?

La punta dell’iceberg

Le femministe hanno chiaro fin dal primo momento che non c’era alcun bisogno che la donna aggredita, Jenni Hermoso, si schierasse o denunciasse. Era il suo aggressore che doveva dare spiegazioni. E non solo è stato incapace di farlo, ma ha cercato di dare la colpa ai mezzi d’informazione e di inventarsi un presunto consenso della giocatrice, falsificandone le dichiarazioni. Rubiales ha avuto il coraggio di giurare che il bacio è stato consenziente e provocato da Hermoso. Come se il tutto non fosse stato filmato.

Hermoso ha comunque deciso di parlare e l’ha fatto con grande intelligenza, attraverso il sindacato delle calciatrici professioniste e l’agenzia che la rappresenta. È stata una grande lezione, l’ennesima fornita da queste giocatrici eccezionali che conoscono bene l’importanza del gruppo e nobilitano il sostegno reciproco tra donne e la necessità di organizzarci per difenderci e ottenere diritti. Come recita uno slogan femminista: “Mi difendono le mie amiche, non la polizia”.

È chiaro che resta ancora molta strada da fare, soprattutto nello sport più discriminatorio del mondo. Ma è innegabile che la soglia di tolleranza del maschilismo nella società spagnola si sia spostata, anche se molti continuano a non capire. Abbiamo visto solo la punta dell’iceberg, una breve dimostrazione di violenza in diretta. Restano da rivelare anni di disuguaglianze, discriminazione, disparità salariale e violenza occulta. Però ora il messaggio è chiaro, anche per il più ignorante tifoso di calcio: è finita. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1527 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati