Se molti ricercano un genere predefinito in cui rifugiarsi, le H31R (che si pronuncia heir) fanno l’opposto; proprio come nel loro singolo Backwards, sembrano muoversi a ritroso. Il secondo disco di questo duo newyorchese non teme affatto le rapide mutazioni della cultura popolare, anzi le usano come veicolo per mettere in discussione alcune delle idee convenzionali sul mondo in cui viviamo. Ogni canzone non dura più di due minuti e mezzo ed è contrassegnata da motivi elettronici e orecchiabili, perfetti per TikTok, ma non hanno la volatilità tipica dei pezzi pensati per fare successo sui social network. Anzi, qui di roba da digerire ce n’è tanta. La producer JWords e la cantante e rapper maassai vogliono costruire una sintesi tra hip hop e club music. Con HeadSpace aprono una nuova fase del loro percorso, in cui riescono a comporre un ritratto sconcertante e brillante del nostro cervello nell’era digitale.
Leo Lawton, Loud and Quiet

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Questo articolo è uscito sul numero 1544 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati