Già nel Colore viola di Steven Spielberg c’erano molti elementi da musical. Un paio di belle canzoni, un look molto curato, la minimizzazione degli aspetti più crudi (violenza domestica e lesbismo) del romanzo premio Pulitzer di Alice Walker, da cui era tratto, per puntare su quelli più elevati. E il film di Spielberg, più che il romanzo, è chiaramente la principale ispirazione di questo musical, basato sullo show di Broadway di cui è un bellissimo allestimento, molto ben fatto e alla fine commovente. Diversi aspetti della storia alla fine mancano di grinta. Ma sul piano spettacolare Blitz Bazawule, al suo primo lungometraggio, incanta. C’era da aspettarselo dal regista del visual album di Beyoncé, Black is king. In sintesi Il colore viola è una versione fin troppo ammorbidita del film di Spielberg, per non parlare del romanzo di Walker. Ma i bellissimi numeri musicali e un cast perfetto garantiscono sorrisi e lacrime.
Ian Freer, Empire

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Questo articolo è uscito sul numero 1549 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati