Secondo le leggi giordane, ispirate dalla sharia, se una vedova non ha un figlio, la famiglia del marito ha diritto a una quota dell’eredità. Nawal è da poco vedova, ma non ha avuto il tempo per piangere. È coinvolta dal cognato, con cui il marito aveva un debito, in una battaglia legale per tenersi la casa dove vive con la figlia. Ispirato all’esperienza di una parente del regista Amjad Al Rasheed, Inshallah a boy è una critica sociale molto realistica all’oppressione strutturale delle donne e delle ragazze in Giordania. Non ci sono veri cattivi qui. La stessa Nawal in alcuni casi si comporta in modo irrazionale. La verità è che tutti soffrono in un sistema dominato dalla disuguaglianza, dove è impossibile prendere il controllo della propria vita.
Tara Judah, Screen International

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Questo articolo è uscito sul numero 1554 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati