Dopo una ricerca durata cinque giorni, il 9 dicembre la polizia ha arrestato l’uomo accusato di aver ucciso a New York Brian Thompson, l’amministratore delegato dell’azienda di assicurazioni sanitarie UnitedHealthcare. “Si chiama Luigi Mangione, ha 26 anni ed è cresciuto in Maryland”, scrive il Baltimore Banner. È stato arrestato in un ristorante McDonald’s di Altoona, una città di 44mila abitanti in Pennsylvania, a circa 400 chilometri da Manhattan, dove era stato ucciso Thompson. Aveva con sé una pistola con silenziatore, un documento falso (che avrebbe usato per alloggiare in un ostello nei giorni prima dell’omicidio) e un foglio scritto a mano in cui esprime risentimento nei confronti delle compagnie assicurative, con frasi come “questi parassiti se la sono cercata”. Da tempo c’è una grande ostilità nell’opinione pubblica verso le aziende del settore – accusate di rendere inaccessibili le cure per tanti statunitensi – e questo spiega perché sui social in molti si sono schierati dalla parte di Mangione, fino a definirlo un eroe. “In realtà la sua storia non corrisponde a quella di una persona che lotta contro il sistema”, scrive il Washington Post. “Mangione è cresciuto in una famiglia molto ricca e influente del Maryland. Ha studiato informatica e matematica all’università della Pennsylvania (uno degli atenei d’élite), ha preso un master in ingegneria e ha lavorato per anni nel settore tecnologico”. Sul New York Times Zeynep Tufekci ha scritto che l’omicidio di Thompson va inserito nel contesto sociale degli Stati Uniti di oggi, in cui sempre più persone sono ostili verso le autorità politiche ed economiche e sono disposte a mettere in atto o a tollerare la violenza contro quelle istituzioni. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1593 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati