Noi, le clandestine,

siamo sempre le responsabili

della terra e della pioggia,

del fango della gioventù

e del vuoto della povertà.

Noi, le clandestine,

siamo sempre le responsabili

dell’utero pieno di sterco

della carne marcia

che carne più non vuole.

Noi, le clandestine,

siamo sempre le responsabili

del sangue selvaggio che non torna,

come un fiume senza mare.

Noi, le clandestine,

siamo sempre le responsabili

della vita ridotta in briciole,

dei ferri da cucito

e da morte.

Noi, le clandestine,

le non-madri affamate di pulizia,

siamo le responsabili

dei muri imbiancati dei lavatoi:

siamo luoghi di passaggio dove poter lavare le sconfitte.

Begonya Pozo è una poeta catalana nata nel 1974. Insegna filologia italiana all’Universitat de València. Alcuni suoi testi in italiano sono inclusi nel libro Novunque (vertebre romane) (Amargord 2015). Questa poesia, inedita, è stata tradotta dal catalano da Daniele Comberiati.

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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati